Firenze – Le bandiere rosse del sindacato hanno sventolato invano, lunedì scorso, sotto le finestre del Palazzo in piazza della Signoria: il sindaco, invocato a gran voce, non è apparso. In sua vece, il portavoce Bruno Cavini che ha preso l’impegno, a nome di Renzi, di sollecitare l’assessore alle politiche sociali Stefania Saccardi affinchè al più presto riceva le rappresentanze sindacali e una delegazione di lavoratori.
Il presidio era formato da lavoratori e lavoratrici delle cooperative Girasole e Matrix, che operano presso il Centro Educativo Totem di via Salvi Cristiani, insieme agli assistenti domiciliari della cooperative Il Castello.
Cosa volevano chiedere con tanta foga al primo cittadino?
La protesta, o meglio, la richiesta di spiegazioni è partita dalla decisione del Comune di tagliare, a partire dal prossimo primo giugno, per il Centro Educativo Totem, 120 ore di attività di laboratorio, il che equivale, spiegano gli operatori, a due persone in meno in organico.
Ulteriori tagli sono previsti a settembre, il che comporta un ridimensionamento sostanziale delle attività del Centro.
Iil Centro Socio Educativo Totem si configura come una struttura semiresidenziale autorizzata da una delibera consigliare regionale (la delibera n.228/98) che accoglie e assiste persone adulte con disabilità di tipo intellettivo attraverso una serie di attività che coinvolgono e sostengono la stessa famiglia, e che mirano all’inserimento della persona con disabilità in percorsi socio-terapeutici o propedeutici al lavoro.
Gli operatori della coop di Castello, invece, si dedicano all’assistenza domiciliare. Una serie di anziani e di famiglie riceverebbe un contraccolpo grave dalla diminuzione della loro disponibilità.
“Ebbene – spiega Bruno Pasqualetti, il rappresentante sindacale presente alla protesta – nonostante le rassicurazioni ricevute l’ottobre scorso, sul mantenimento delle ore di assistenza domiciliare per i lavoratori della cooperativa, le ore sono progressivamente diminuite di circa un terzo”.Con il rischio sempre più presente di licenziamenti o di dover far ricorso a strumenti come il contratto di solidarietà.
La richiesta più volte avanzata all’assessore Saccardi di aprire un confronto magari con l’istituzione di un tavolo, spiegano i lavoratori, “è stata semplicemente ignorata”.
“In realtà ci rendiamo conto perfettamente – conclude Pasqualetti – che i tagli disposti dal governo hanno messo in difficoltà i comuni. Tuttavia, questo non spiega la mancanza assoluta di concertazione, di confronto, di partecipazione verso le parti sociali. Noi chiediamo, nessuno risponde. Ci contattano solo quando si tratta di annunciare ai lavoratori tagli di ore o di posti.
Non sappiamo neanche se questi tagli sono parte di un progetto più ampio, generale e futuro, o sono fatti in modo casuale. Una cosa la sappiamo: non è così che si programma il futuro dei lavoratori, delle loro famiglie, degli utenti”.
Stefania Valbonesi