Firenze – Il ritorno del centrodestra, la frenata dei Dem, le difficoltà del M5S. C’è tutto questo, nelle elezioni amministrative svolte in Toscana, ma anche qualcosa di più. Ad esempio, l’exploit di Fabio Barsanti, Casapound, a Lucca, che arriva a sfiorare l’8%. Voto di protesta (forse) ma la fisionomia della preferenza che si sposta sulla destra di Casapound è ben diversa rispetto al voto pentastellato, per il forte e preciso accento ideologico che identifica il gruppo della destra radicale.
La frenata dei Dem, evidente a livello nazionale, in Toscana si traduce nella difficoltà dei due sindaci più rappresentativi del centrosinistra, Alessandro Tambellini a Lucca e Samuele Bertinelli a Pistoia. Entrambi, 5 anni fa, passati al primo turno (Tambellini col 46,81%, Bertinelli col 59%) entrambi al ballottaggio in queste amministrative 2017: Alessandro Tambellini guadagna il 38%, incalzato dal candidato del centrodestra, Remo Santini, che giunge al 34%; il sindaco uscente di Pistoia invece si aggiudica il 37,1%, mentre il suo avversario del centrodestra, Alessandro Tomasi, giunge al 26,6%.
Due realtà maturate tuttavia in temperie differenti. Lucca, ad esempio, vedrà al ballottaggio l’ovvia eventualità che Remo Santini, espressione di un centrodestra che spesso ha governato la città della pantera (la vittoria nel 2012 di Tambellini segnò la fine di una egemonia di sindaci del centrodestra che durava da 14 anni) debba appoggiarsi pesantemente al contributo di Casapound. Col risultato, che, forse per la prima volta in Toscana escludendo Altopascio, un esponente della destra estrema e radicale diventi una pedina importante, capace di influenzare il quadro politico di una città dell’importanza di Lucca.
Pistoia invece presenta un quadro più complesso e tutto giocato sulle rivalità dei dem. Infatti a Bertinelli manca quell’11% strappato dal renziano di ferro, in verità capace di assumere posizioni non ortodosse come sulla questione referendaria del 4 dicembre scorso, Roberto Bartoli, che, dopo lo strappo col Pd, si è presentato con una sua lista. Fuoco amico, dunque, sul sindaco uscente, che si reca così al ballottaggio.
Sempre questione di divisioni, anche a Carrara i dem non ridono, ma il M5S sghignazza. In controtendenza con quanto successo a livello nazionale, è proprio un pentastellato a condurre le danze nella città del marmo, Francesco De Pasquale, che si è aggiudicato il 27, 4%, mentre il candidato del Pd Andrea Zanetti ha preso il 25,1% dei voti. Preparando, sperano i pentastellati, un altro “ribaltone” cittadino che “copi” quello di Livorno.
Interessanti anche i risultati che provengono da Rignano, dove la candidata sostenuta da Tiziano Renzi, Eva Uccella, finisce sconfitta da Daniele Lorenzini, sindaco uscente, che guadagna il 48, 9% dei voti. Ma il Pd finisce giù dalla pedana anche a Forte dei Marmi, dove vince per una manciata di voti il cardiochirurgo Bruno Murzi, candidato della lista civica “Noi del Forte”, che si aggiudica la vittoria con il 44,1%, appena 70 voti in più di Michele Molino, 42,5%. A Serravalle, vince, sul filo di lana, il candidato della lista civica “Uniti per Serravalle” Pietro Lunardi con il 50% dei voti, contro il candidato del centrosinistra Eugenio Patrizio Mungai, 49,9.
Foto: il sindaco uscente di Lucca, Alessandro Tambellini