Firenze – Era già passata mezzanotte, avevo anche alcune mail da inviare ma non riuscivo a staccarmi da Smarriti nel destino, il nuovo romanzo di Serena Beoni (Florence Art Edizioni/I Libri di Pan). il cui andamento thrilling, con risvolti noir ha un ritmo sempre più serrato che ti tiene incollato allo sviluppo della trama, una concatenazione di vicende dove elementi psicologici e scene d’azione di amalgamano.
Un inizio soft, una scena coniugale in un giorno qualsiasi del 2011. Niente prelude all’ incubo che attende “dietro la porta” anche se, alla fine della lettura, ci accorgiamo che avremmo potuto trovare alcuni indizi premonitori. E questo di porre il lettore “quasi” in condizione di risolvere l’enigma è il tiro mancino che talvolta ci giocano gli autori classici dei gialli.
Comunque, definire questo romanzo un thriller sarebbe riduttivo perché è un testo variegato dove il “giallo” e la suspense sono il fil rouge; ma sono presenti ulteriori chiavi di lettura che coinvolgono, avvincono in un alternarsi di emozioni, sensazioni, elementi di riflessione come la constatazione di quanto sia frequente la banalità del male o sul fatto che il vero “mostro” non è sempre quello che sembra.
Tra l’altro, il libro si snoda su un duplice piano temporale.. la vicenda principale si svolge ai giorni nostri ma numerosi flash back rimandano all’estate del 1989 quando un gruppo di adolescenti sono in vacanza in Versilia: sembra una storia da epigoni di “Sapore di sale” , con amori che sbocciano e si esauriscono, gelosie, ripicche ma la scrittrice scava negli atteggiamenti psicologici, nelle dinamiche di gruppo, e nella fattispecie, di un gruppo chiuso come avviene di frequente tra i più giovani.
Ventidue anni dopo gli stessi amici si ritrovano per una “rimpatriata”, una gita nei boschi tra Vallombrosa e la Consuma che inizia con un prevedibile clima goliardico ma poi gli eventi prendono una piega imprevista, strana e, in un’atmosfera che si fa progressivamente “gotica”, emerge il mistero, sullo sfondo di eventi drammatici che impegnano il locale maresciallo del Carabinieri in una complessa indagine, in corsa contro il tempo per sventare un piano diabolico.
Per deformazione professionale ho letto il romanzo di Serena Beoni anche per immagini constatando che, per il ritmo incalzante, per il variare dei piani di lettura e la dinamicità dei dialoghi , esso ha anche un andamento da sceneggiatura cinematografica ed è arricchito da una location che progressivamente ammanta di mistero, i luoghi della vicenda da una Villa – monastero appartata , quasi nascosta nella foresta di Vallombrosa a varie località del Pratomagno che rivelano una sorta di dark side rispetto al contesto distensivo, idillico, che ne fa una meta privilegiata di vacanze e di escursioni domenicali.
Per cogliere la genesi del romanzo, senza svelarne la trama, ho rivolto alcune domande all’autrice che dopo racconti e romanzi di successo di genere storico e drammatico come L’amore rubato e Venti di guerra e la raccoltadi racconti Donne in cammino è approdata, attraverso una narrazione avvincente, al genere giallo – mistery con I segreti della luna e adesso con Smarriti nel destino
Un Romanzo con vari intrecci e varie chiavi di lettura. Come nasce? Progettato metodicamente o ha preso avvio da uno spunto iniziale?
No, non è assolutamente un progetto metodicamente studiato, forse lo è diventato lavorandoci, ma inizialmente questo libro non doveva essere nemmeno un romanzo. Quando ho iniziato a scriverlo, infatti, pensavo di realizzare una raccolta di racconti; questi racconti dovevano essere dieci e dovevano essere legati l’uno all’altro dai loro protagonisti che durante un’escursione, sorpresi da una perturbazione atmosferica, trovavano riparo in un rifugio di fortuna e si raccontavano le loro vite. Andando avanti, però, mi son resa conto che quello a cui stavo lavorando non mi stimolava, non mi piaceva così come lo avevo impostato ed ho deciso di smontare tutto e ricominciare da capo. Sono rimasti i dieci personaggi, ma ho fatto sì che le loro storie potessero intrecciarsi e dar vita a quello che poi è diventato “Smarriti nel destino”.
Quanto ha contribuito la location a caratterizzare il racconto?
E’ stata fondamentale. Certi avvenimenti non avrei mai potuto ambientarli in altri luoghi se non quelli di cui si parla nel romanzo ossia la villa e l’eremo di Campiglioni.
Ciò contribuisce alla conoscenza del territorio e può essere uno spunto anche a fini turistici…
Senza dubbio. E’ già accaduto con il mio precedente romanzo “I segreti della luna”, anch’esso interamente ambientato a Pelago e dintorni, che alcuni lettori abbiano deciso di far visita ai luoghi dove la storia è stata ambientata e, credimi, niente mi renderebbe più felice se succedesse anche con “Smarriti nel destino”. In fondo, il mio scopo è anche questo: far conoscere ai più i luoghi meravigliosi che mi circondano e la storia delle splendide dimore che ne fanno parte.
Giallo, romanzo drammatico, racconti sentimentali … vari generi s’intersecano in questo libro.. quasi a significare che le vicende della vita sono sempre complesse
E’ proprio così. La vita spesso ci riserva sorprese inaspettate, a volte gioie, a volte dolori… a volte ci mette di fronte a situazioni complicate dalle quali dobbiamo inevitabilmente districarci; situazioni complesse che non abbiamo voluto noi ma un destino che è stato scritto per noi.
NDR
Il ricavato delle vendite di “Smarriti nel destino”, come per le mie precedenti pubblicazioni di Serena Beoni , viene devoluto in beneficienza a UILDM di Scandicci e ONAOMAC (Opera Nazionale per l’Assistenza agli Orfani dei Militari dell’Arma dei Carabinieri