Arte, moda e design: lo Ied si rilancia come polo della creatività

Una festa  per  la consegna dei diplomi dei corsi triennali a 142 studenti diventa l’occasione per affermare con orgoglio un nuovo ruolo strategico nel produrre innovazione e creatività. “Connect”, il titolo della cerimonia dell’Istituto Europeo del Design che avrà luogo il 15 luglio alle 16, esprime il concetto che il nuovo direttore Danilo Venturi ha elaborato per una scuola di alta formazione che unisce arte, moda, comunicazione e design e che sperimenta nuovi linguaggi interdisciplinari all’altezza di quanto viene ideato in tutto il mondo.

Cambia lo stesso concetto spaziale nell’organizzazione della didattica, nella quale il giardino attraversa l’interno e avvolge nell’esterno le aule e i laboratori a significare che la scuola non si chiude in se stessa e le idee circolano libere e senza ostacoli in una dimensione che tende all’infinito, come il meraviglioso museo a cielo aperto di Firenze. Gli arredi sono ecologicamente ispirati al recupero di un vintage elegante .

Danilo Venturi direttore di IED

A raccontare il ritorno alla piena operatività dell’Istituto che ha recuperato i numeri pre-pandemia (530 studenti,  il 40% stranieri provenienti da tutto il mondo con l’eccezione della Russia e dell’Asia) , è stato lo stesso Venturi che ha invitato i giornalisti a un breakfast per intrattenerli sulle rinnovate ambizioni della scuola di via Bufalini, la quarta in Italia per numero di studenti di un gruppo creato dalla Fondazione Morelli che ha il suo quartier generale  a Milano ed è presente anche in Spagna e in Brasile.

“Connect abbatte i luoghi comuni per ripensare gli spazi comuni. La nostra è una visione interdisciplinare che punta a riscrivere le regole di convivenza tra uomo, tecnologia, e natura. Abbiamo perciò trasformato la scuola in un giardino, all’ombra del Duomo di Firenze”, afferma Venturi che ha enfatizzato i tre principi che sono alla base dell’esercizio della creatività. La convergenza dei settori e delle competenze; la disintermediazione, cioè la libera ricerca di nuovi contenuti e nuove applicazioni senza dogmi o condizionamenti dai grandi brand; la consapevolezza, vale a dire la necessità di trovare un maggiore equilibrio tra uomo, tecnologia e natura.

Su questi tre principi si basa la strategia didattica dello Ied, favorita dall’essere attiva a Firenze “per sua natura una città di studi, il luogo giusto in cui fuggire per rimettersi in gioco”, dice. Anche perché “studiare moda, arte, design e comunicazione fuori dalla disumanità delle megalopoli ti fa vedere le cose in modo diverso, ti fa crescere e forse ti fa scegliere di restare”.

Insomma, Firenze luogo ideale per i creativi di tutto il mondo, guardando da sud verso nord, con la certezza di avere molte idee da confrontare con tutto ciò che si inventa e produce in California e nelle aree a più alta intensità di genialità al lavoro. E’ per questo che Venturi, riminese con un curriculum degno dei migliori contaminatori di linguaggi e ambienti creativi (laurea in scienze politiche, dj, insegnante e direttore al Polimoda), punta sulla qualità degli allievi più che sul loro numero e potenzia la loro formazione basata sulla progettualità. Gli studenti dovranno sviluppare un progetto dal momento del concepimento dell’idea fino alla realizzazione di un modello o di un prototipo.

La nostra scuola deve diventare un Hub per un tipo di formazione che contribuisce a disegnare la nuova cultura del futuro”

precisa il direttore. Partendo dalla convinzione che solo nell’incontro fra giovani talenti provenienti da tutto il mondo, e gli africani sono fra i più brillanti, si possono formare  nuovi cittadini pronti a far diventare Firenze uno dei punti nevralgici di questa nuova cultura.

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