Porte chiuse ai giornalisti nelle udienze del processo Aemilia. Lo chiedono gli imputati, che accusano i media locali di aver messo in atto un “linciaggio mediatico” nei loro confronti, distorcendo le notizie. L’istanza è stata presentata nell’aula “bunker” del Tribunale di Reggio Emilia, in un messaggio letto da Sergio Bolognino a nome degli altri imputati.
Nel testo si afferma che “ogni articolo pubblicato è sempre in chiave accusatoria anche quando esame e contro-esame hanno dato un quadro diverso”, e anche le scolaresche le associazioni che partecipano al processo lo fanno “solo per ascoltare la parte accusatoria e vanno via quando c’è il contro-esame”. Nel mirino anche la pagina di Facebook curata dall’associazione Agende Rosse dove le vicende giudiziarie sarebbero riportate “sempre e comunque in chiave accusatoria”.