Firenze – Nascono a Firenze le zone “Isola”, vale a dire, quelle microaree del centro storico che, secondo quanto deciso dagli accordi territoriali recentemente rinnovati, pur trovandosi all’interno del centro storico cittadino, non contengono materiale abitativo tale da poter aspirare a una classificazione “alta” dell’immobile stesso.
Intanto, ecco cosa sono gli accordi territoriali: si tratta di una sorta di intese che riguardano i canoni locatizi, e che vengono sottoscritte fra le associazioni degli inquilini (Sunia-Sicet-Uniat-Unione Inquilini-Conia) e quelle dei proprietari ((Appc-Asppi-Confabitare-Confappi-Confedilizia-Uppi) e che fissano modalità e tetti per quanto riguarda la determinazione dei canoni di affitto. Gli Accordi territoriali (che rappresentano fra le altre cose un buon metodo per calmierare il mercato degli affitti) sono stati rinnovati, dopo svariati anni, il 20 ottobre scorso. Ed in quell’ambito è nata la designazione delle “Isole” interne al centro storico.
Immediata scoppia la polemica, portata avanti in particolare dalle associazioni di cittadini che stanno tentando in tutti i modi, organizzando iniziative, cercando di valorizzare il patrimonio immobiliare di zona, portando avanti eventi e progetti spesso in collaborazione con l’amministrazione comunale, di riportare o portare allo stesso livello di prestigio le proprie strade rispetto alle altre del Centro.
Ed ecco le “Isole”: Zona Centro/Isola1, comprende l’area fra via della Scala e via Borgo Ognissanti, escluso gli ingressi c/o gli affacci su via della Scala, Borgo Ognissanti, via Maso Finiguerra, con limite piazzale Porta al Prato, piazza degli Ottaviani.
Zona Centro/Isola2, comprende l’area che si trova fra via San Zanobi, via San Gallo, via Guelfa, via delle Ruote, escluso gli affacci c/o ingressi in via Nazionale, via Santa Caterina di Alessandria, via B. Lupi, via Santa Reparata nel tratto fino a via B.Lupi, via San Gallo.
Per gli immobili ubicati in Zona Centro/Isola 1 e Zona Centro/Isola2, “il valore locativo al metro quadro – recita l’accordo– sarà calcolato secondo la fascia di riferimento per gli alloggi di tipologia B, fino a un massimo di 8,20 euro al metro quadro”.
Le critiche che in particolare i cittadini dell’Isola 1 oppongono alla decisione presa dalle associazioni di categoria riguardano principalmente due profili: la prima di ordine “sociale”, la seconda, di ordine economico.
Per quanto riguarda la prima, “si tratta in sostanza – dicono i cittadini – di una certificazione di degrado, a opera di associazioni di categoria, che ostacola in modo arbitrario gli sforzi in atto di comitati, associazioni e amministrazione comunale per combattere e superare la situazione di difficoltà della zona”. In altre parole spiegano ancora i residenti di via Palazzuolo, confezionare “Isole” contraddistinte ufficialmente dal degrado, significa mettere di fatto “al bando” aree cittadine del centro storico senza preoccuparsi non solo degli sforzi fatti dai residenti, comitati e singoli, per combatterlo, ma anche prendere atto della cosa senza spiragli per il futuro. Frustrante, dicono i cittadini, che si sentono messi, come le loro abitazioni, in categoria B.
Il secondo profilo è di ordine economico, e in buona sostanza riguarda proprio la “svalutazione” cui, secondo i residenti, verrebbero a trovarsi gli immobili. Una questione che sembra prestarsi anche a profili interpretativi diversi. Infatti, secondo i residenti dell’Isola 1, l’accordo è chiaro: tutti gli immobili che si trovano nelle Isole verranno valutati, per quanto riguarda il canone locatizio, come alloggi di tipologia B. Con un massimo fissato di 8,20 euro al metro quadro. Un dettato che secondo i cittadini significa che non possono, secondo l’accordo, esserci alloggi di categoria A nelle Isole: vale a dire, se anche ci fossero, andrebbero considerati di categoria B. Il che significa secondo gli accordi territoriali, che anche per questi immobili si dovrebbe rispettare (naturalmente, seguendo gli Accordi…) il tetto massimo del canone, vale a dire 8,20 euro al metro quadro. Qual è il tetto per immobili di categoria A? Circa 10 euro al metro quadro.
La questione tuttavia si presenta diversa dal punto di vista del Sunia. Infatti, spiega Laura Grandi, segretaria fiorentina del sindacato, in realtà si sta parlando degli immobili già definiti in classe B, anche prima della nascita delle Isole. Vale a dire, che la differenza di “tetto” si ridurrebbe a 30 centesimi: da 8,50 euro al metro quadro, a 8,20. E gli eventuali immobili di categoria A? … Non sono ovviamente toccati da questa clausola. “Altrimenti, si potrebbe ipotizzare che gli immobili di tipologia C, più scadenti ancora, entrerebbero anch’essi in tipologia B. il che sarebbe assurdo, oltre che vessatorio”, conclude Grandi.
“Non possiamo pensare – concludono da via Palazzuolo – che tutto questo riorganizzare e soprattutto “stigmatizzare” con la definizione di “degrado” delle aree precise del centro storico abbia lo scopo di diminuire di 30 centesimi il tetto dei canoni a metro quadro per gli immobili di categoria B. Anche perché, se noi siamo il “degrado”, ci permettiamo di far notare che anche altre zone del centro cittadino, a parte l’Isola 2, versano in condizioni non certo migliori”.